C’è anche Manuel Chietti, interno classe 2003, nel nucleo dei giovani che compongono la rosa dell’AIC Equipe Campania
C’è anche Manuel Chietti, interno classe 2003, nel nucleo dei giovani che compongono la rosa dell’AIC Equipe Campania che lavora al “Vallefuoco” di Mugnano. Il ragazzo, prodotto della Real Casarea, ha militato in questi ultimi anni con le giovanili dello Spezia fino ad arrivare alla Primavera di Valter Bonacina. Dal 1 luglio è libero sul mercato, con qualche proposta in fase di valutazione. Proprio il papà, l’ex bomber Francesco Chietti, ha fatto visita al gruppo di Guglielmo Tudisco, Vincenzo Maisto e Vincenzo Supino, dopo aver scelto l’Equipe per gli allenamenti del figlio. Come al solito, il roster è stato diviso in due unità che hanno svolto ciascuna lavori di forza sotto la direzione dei Prof. Franco Esposito e Pasquale Lubrano, prima di chiudere la seduta con la consueta partita a metà campo. Nel frattempo, martedì scorso al “Domenico Conte” di Pozzuoli si è tenuta “La partita del cuore”, manifestazione voluta per ricordare la figura di Antonio Vanacore, lo scorso anno nello staff tecnico dell’AIC Equipe Campania, scomparso circa quattro mesi fa per le conseguenze del contagio da Covid-19. E tra i tanti partecipanti all’evento, ideato dalla compagna del trainer puteolano, Adele Delicato, e dal fratello Michele, titolare dello storico “Il Gozzetto”, c’era anche il Coordinatore AIC Antonio Trovato a nome di tutta la famiglia Equipe. Simone Siciliano è ripartito l’ultima stagione dal Gladiator, con cui le strade si sono separate dopo il raggiungimento della salvezza. Per il jolly difensivo mancino, classe ’99, ora si aprono nuove sfide tutte da affrontare. “Innanzitutto ringrazio Antonio Trovato che ci fa sempre sentire a casa consentendoci di allenarci in un contesto che rappresenta per noi una vera e propria famiglia – sottolinea l’ex Avellino e Salernitana -. Per me si tratta del secondo anno con l’Equipe e sono tornato qui molto volentieri. Antonio, con tutta l’AIC, lavora a tempo pieno per i nostri diritti, che spesso hanno bisogno di essere implementati. Col Gladiator abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati con una salvezza largamente anticipata. Personalmente, è stato un anno un po’ frastagliato anche per via del Covid che mi ha tenuto fermo un mese intero visto che ero sintomatico. Questo è stato uno dei motivi per cui ho giocato poco, ma chi si guarda indietro è perduto. Io cerco sempre di dare il massimo: lo faccio qui come l’ho fatto in qualsiasi squadra io abbia militato. Ho sempre interpretato vari ruoli, come braccetto in una difesa a tre o quinto a sinistra, ma anche come terzino o centrale in una linea a quattro. Ormai ho sperimentato di tutto e mi sono sempre messo a disposizione dei tecnici coi quali ho lavorato”.