Coppa Italia Primavera, finale di andata: Juventus – Inter 0-1
JUVENTUS-INTER 0-1
Marcatori: Bonetto (27′)
JUVENTUS: 1 Audero; 21 Lirola, 5 Severin, 6 Blanco, 3 Zappa (86′ Coccolo 4); 7 Macek, 16 Bove (75′ Touré 14), 8 Kastanos; 11 Vadala (67′ Di Massimo 17), 22 Cassata, 9 Favilli.
A disposizione: 12 Vitali, 25 Del Favero, 13, Beruatto, 15 Didiba, 18 Morselli, 20 Vogliacco, 23 Parodi, 24 Pozzebon, 29 Kean.
Allenatore: Fabio Grosso
INTER: 1 Radu; 2 Gyamfi, 5 Gravillon, 6 Della Giovanna, 3 Miangue; 7 Zonta, 14 Gnoukouri, 4 Bonetto; 11 Delgado (58′ Kouame 20), 9 Manaj (84′ Appiah 22), 10 Baldini (90′ Popa 13).
A disposizione: 12 Pissardo, 21 Di Gregorio, 15 Carraro, 16 De Micheli, 17 Sobacchi, 18 Lombardoni, 19 Rapaic, 23 Mattioli, 25 Bollini
Allenatore: Stefano Vecchi
Ammoniti: Bove (18′), Della Giovanna (51′),
Recupero: 0′ – 3′
Arbitro: Marinelli di Tivoli
Assistenti: Sechi e Loni
Non bastano una prova volenterosa e sprazzi di bel gioco alla Primavera di Fabio Grosso, che nella finale di andata di Tim Cup viene superata in casa dall’Inter.
È una cornice di pubblico bellissima quella che accoglie i ventidue protagonisti della sfida: lo Stadium presenta un bel colpo d’occhio, il tifo si fa sentire e, forse, per qualche minuto, i ragazzi sentono un po’ di pressione nel giocare per la prima volta in un teatro del genere.
Nella prima metà del tempo, infatti, accade molto poco: l’Inter è attendista, la Juve fatica a costruire gioco, la tensione si nota in particolare nei fraseggi sullo stretto e anche quando tenta di distendersi la squadra di Grosso non riesce a essere incisiva.
Così accade che l’Inter passi alla prima vera occasione, al 26’: Bonetto gioca un pallone recuperato da un disimpegno difensivo bianconero, si presenta davanti ad Audero e lo trafigge con un rasoterra preciso nell’angolino destro.
Il gol interista ha l’effetto di scuotere i bianconeri, che da quel momento accelerano, migliorano il controllo di palla e soprattutto alzano il loro tasso di aggressività. Kastanos, Favilli e soprattutto Vadalà si rendono più di una volta pericolosi: l’argentino, in particolare, colpisce una traversa clamorosa sottomisura e segna due volte, entrambe in fuorigioco.
Funziona anche la fascia, soprattutto la destra: Macek imbecca un paio di volte Favilli, che non riesce a ribadire in rete.
Nella ripresa si ricomincia da dove ci si era interrotti: bianconeri in pressione, Inter in copertura, occasioni che arrivano dalla fascia. E ancora Vadalà si conferma molto attivo, sia in fase di assist che come tiratore (suo un clamoroso incrocio dei pali dopo 5 minuti del secondo tempo).
Con l’andare dei minuti, però, la stanchezza comincia a prendere il sopravvento: le iniziative pericolose si fanno sempre più rare, e bisogna aspettare il 38’ della ripresa per avere un sussulto: conclusione da fuori area di Severin a incrociare da sinistra, su azione da calcio d’angolo. Fuori di pochissimo.
E’ in sostanza questa l’ultima emozione di un match in cui forse i bianconeri avrebbero meritato di più: l’uno a zero, comunque, lascia tutti i discorsi aperti fra sei giorni a San Siro.